Introduzione
Ciò che comunemente chiamiamo “Rete Dati”, nella nomenclatura delle Norme tecniche viene definito “Cablaggio Strutturato” o “Cablaggio Generico”. Definiamo quindi il Cablaggio Strutturato come l’elemento indispensabile tramite il quale le informazioni vengono distribuite all’interno di una installazione: azienda, ufficio, attività commerciale, ecc.
Il Cablaggio Strutturato garantisce l’interconnessione fisica di sistemi eterogenei assicurando elevate velocità di trasmissione, modularità, espandibilità, sicurezza e comporta i seguenti vantaggi:
- semplicità di connessione di tutti gli utenti;
- facile variazione di configurazione e disposizione delle apparecchiature e dei sistemi:
- agevoli realizzazioni successive di ampliamenti del sistema di cablaggio.
Perché certificare il Cablaggio Strutturato
Chiarito che l’oggetto del nostro interesse, ci si chiede perché esso debba essere “certificato”. La verifica dei parametri di trasmissione è la fase in cui, terminata l’installazione, si deve dimostrare la conformità del cablaggio ai corrispondenti requisiti stabiliti dalle Norme della serie EN 50173, ISO/IEC 11801, o TIA/EIA 568C. Questi requisiti sono i valori limite per ciascun parametro definiti su una data gamma di frequenza.
Realizzare un canale trasmissivo, utilizzando i componenti conformi alle rispettive normative, è condizione necessaria, ma non sufficiente, per garantire il rispetto delle prestazioni trasmissive nominali del Channel o del Permanent Link realizzato.
L’installazione del cablaggio deve essere fatta a regola d’arte. A questo scopo, seguire le indicazioni della Norma specifica (EN 50174-2, ISO/IEC 14763-2) è una buona prassi.
Le due condizioni di cui sopra costituiscono la premessa per una verifica positiva.
Tuttavia nel corso dei lavori possono essere stati commessi errori. La prova finale permette di stabilire se questi hanno compromesso la conformità dell’impianto. Se è questo il caso, si deve ricercare la causa e rimuoverla.
La verifica dei sistemi di cablaggio strutturato è disciplinata dalle Norme CEI EN 50346/A1/A2 e CEI EN 61935-1. Queste indicano come condurre la prova, dai riferimenti ai metodi di prova originali sia per il rame che per la fibra ottica ma non dà indicazioni su come risolvere eventuali problemi di non conformità.
Ai fini della corretta redazione della “Dichiarazione di conformità”, come indicato dal comma 1 dell’Art. 7 del D.M. 37/08, “Al termine dei lavori, previa effettuazione delle verifiche previste dalla normativa vigente, comprese quelle di funzionalità dell’impianto, l’impresa installatrice rilascia al committente la dichiarazione di conformità degli impianti realizzati nel rispetto delle norme… “ è richiesto che l’impiantista fornisca ai committenti il rapporto di verifica come evidenza del corretto funzionamento dell’impianto realizzato a chiusura positiva dei lavori.
Il rapporto di verifica permette agevolmente di:
- rispettare quanto prescritto dal D.M. 37/08;
- dimostrare che l’impianto rispetta le sue prestazioni nominali;
- assolvere un vincolo contrattuale (come condizione di accettazione del lavoro);
- garantire l’impianto fornito nel tempo (secondo le condizioni contrattuali di garanzia).
La verifica dei sistemi in rame prevede i seguenti controlli:
- visivo;
- elettrostatico;
- parametri di trasmissione.
La verifica dei sistemi ottici prevede i seguenti controlli:
- visivo;
- correttezza della connettività;
- parametri di trasmissione.
Documentazione
La documentazione rilasciata dall’installatore comprende:
- Dichiarazione di conformità ai sensi del D.M. 37/08;
- Rapporto di verifica (certificazione dei punti presa).
Il primo documento è obbligatorio per legge e contiene la dichiarazione che l’impianto è stato realizzato a regola d’arte sia ai fini della sicurezza che delle funzionalità, il secondo contiene i risultati delle misure descritte e deve essere rilasciato come complemento alla Dichiarazione di conformità.